Ciao Natale, eccoti qua.
Come ogni anno
nessuna novità.
Ancora fucili in mano a noi umani,
ancora invidie, lotte,
richiami di pace,
echi lontani di un mondo
che tanto dice, ma mai è felice.
Eccoci a sperare di cambiare,
come sempre, come mai.
Come avrai sentito,
siamo ancora immersi nei guai.
Poco abbiamo imparato
da quell’amore che ci hai insegnato.
Abbiamo la tendenza a dimenticare,
a lasciar correre, a posticipare.
Caro Natale,
siamo duri a cambiare!
Non ci basta scottarci,
dobbiamo bruciare per capire.
Ma anche tra le fiamme
non sappiamo più osservare.
Siamo ciechi di cuore.
Caro Natale,
ti chiederei nuovi occhiali
per la mia specie,
e un po’ di quel che si dice.
Ti chiederei di farci vedere
quanto inutile è il nostro
primeggiare,
il correre,
il guadagnare.
Ti chiederei di aprirci gli occhi
sul troppo volere,
avere,
dimostrare,
possedere.
Ti chiederei aiuto,
per spogliarci,
sbottonarci,
alleggerirci
da queste vesti di potere.
Ma forse è tardi ormai,
caro Natale.
E ti capisco
se non ci vuoi più aiutare
dopo tutti questi anni di
promesse, propositi,
bugie, incertezze.
Ma un augurio vorrei rivolgerti
ugualmente,
in questi giorni
in cui sei ascoltato da tutta la gente.
Auguro a te di non perder la speranza,
di entrare in ogni stanza
di questo mondo dilaniato,
inondarla di lentezza,
consapevolezza,
luce,
semplice armonia,
semplicemente
pace.
ValeZenna
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