Tra la nebbia con Hermann Hesse

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Eccola, è arrivata. Scosto le tende e capisco in un attimo perché la fiamma del camino sta facendo tanta fatica a crescere.

La colpa è tutta sua.

D’altronde la giornata sembra appartenere alla primavera nonostante sia già autunno inoltrato. Lo sbalzo termico tra luce e buio era stato troppo forte nel corso del giorno per non farla nascere.

Far nascere cosa?

Lei, la nebbia.

Fuori il mondo è avvolto dalla nebbia. Provo ad aprire la finestra per fomentare il fuoco con una botta di ossigeno ma niente, non ottengo grandi risultati.

Beh, amen. Dico tra me e me.

Tengo la porta del camino aperta per scaldarmi e prendo tra le mani un libro di poesie, ormai diventato un compagno di viaggio più che un insieme di pagine. Il suo autore ormai è morto e sepolto, come quasi tutti i poeti che riempiono gli scaffali delle librerie, ma la sua voce saggia e riflessiva non smette mai di accompagnarmi quando ho un po’ di tempo libero.

Lo prendo e lo sfoglio ingrigita, infreddolita da quella fiamma che non scalda ancora abbastanza.

Caro Hermann, vediamo cosa hai da dirmi questa sera.

Pagina 15: “Nella nebbia”.

Dai? Ma veramente?

Leggo la poesia. Come sempre Hermann è capace di nascondere verità profonde tra la semplicità di parole comuni. Guardo fuori dalla finestra. Ancora nebbia, ancora buio, ancora solitudine.

A molti quella solitudine fa paura. Lo stare soli, senza amici, senza nessuno che si interessa di loro. Come se ricevere mille notifiche e messaggi fosse sinonimo di compagnia.

Prima o poi nella vita la nebbia arriva per tutti, la solitudine, il dover affrontare i propri mostri, le proprie paure. Alla fine della fiera chi ci conosce non ci conosce veramente, solo noi conosciamo noi stessi fino dentro all’ultimo pensiero.

Ma ascoltare i propri pensieri fa paura. È molto più semplice coprirli, farsi guidare, non affrontarli, rimandando il nostro rapporto con la solitudine in eterno. Ma come ogni sporcizia nascosta sotto al tappeto, prima o tardi anche lei verrà a bussare alla nostra porta. Quindi perché non anticiparla? Perché non cominciare a conoscerla poco alla volta fin da subito?

La nebbia ha avvolto la casa intera.

In silenzio metto un altro pezzo di legna nel camino e rileggo le parole di Hermann questa volta ad alta voce, così per farmi compagnia e per lasciare che rivivano in quest’istante perfetto per cui sembra siano state scritte.

Strano, vagare nella nebbia!
È solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.

Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.

Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessuno essere conosce l'altro,
ognuno è solo.

Saggio non è nessuno / che non conosca il buio / che lieve ed implacabile / lo separa da tutti.” Saggezza e solitudine sono compagne, non nemiche. Il silenzio è un’arma per approfondire oggi ciò che ci accadrà un domani, quando saremo costretti a vagare nella nebbia, presto o tardi quando il tempo del correre sarà finito e verrà soppiantato dal tempo del pensare.

Guardo il fuoco. Finalmente la fiamma sta prendendo vita. Mi perdo ad osservarla, mi perdo nel suo respiro, mi perdo nella nebbia dei miei pensieri fino ad apprezzarne ogni sfumatura, le parole di Hermann Hesse fluttuanti nell’aria.

Sono sola, ma serena.

Che magia la poesia!


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Autore: Hermann Hesse

Titolo: Poesie d’amore e altre poesie

Pagine: 368

Casa editrice: Mondadori

Le più belle poesie di Hermann, imperdibili!


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Buona lettura!


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