Quando si fanno delle conserve in casa, marmellate, salse, confetture o simili, esistono due metodi per creare il sottovuoto nei barattoli.
Uno consiste nel farli bollire in acqua fino a sentire il famoso “clak!” che definisce la fine del processo, con annesso consumo di gas, considerato alla stregua dell’oro oramai.
L’altro consiste nel riempire i barattoli con la preparazione calda, tapparli e capovolgerli, attendendo che si raffreddino.
Il raffreddamento si conclude dopo ore solitamente. Molte ore. Troppe ore.
Vi assicuro che in quel momento la percezione del “caldo” e del “freddo” delle mani si inverte di colpo, rendendole incapaci di definire il calore.
“Dai, ora puoi girarli” sembrano sussurrarti quando toccano i barattoli dormienti, ancora ustionanti, preparati appena 10 minuti prima.
Ma sai di dover aspettare.
Sai di dover pazientare ancora prima di verificare il successo di tutte le tue fatiche, pena il rifacimento di tutto, il dover riscaldare nuovamente il prodotto per ripetere ancora tutta la trafila.
Devi attendere. Punto.
Il momento di capovolgere i barattoli è come un rito per chi produce, quel momento di epifania, quel traguardo, quel fuoco d’artificio finale che ti lascia addosso una piacevole sensazione di felicità e soddisfazione, come se quei vasetti indicassero il primo passo verso l’auto sussistenza alimentare di te e della tua famiglia.
Ma tutto e dico tutto, dipende da quella lunga e snervante attesa. Un istante di debolezza e tutto potrebbe essere stato vano.
Le conserve insegnano il valore dell’attesa.
E può sembrare banale o insensato sostenere affermazioni simili, ma le conserve hanno la capacità di portarci indietro nel tempo, ripescando un valore che ormai abbiamo perduto.
Attendere, aspettare, pazientare prima di vedere un risultato sono logiche sconosciute a molti di noi, a molte generazioni nate in un’epoca in cui l’attesa non esiste più, fagocitata dall’impazienza, dal tutto subito, da una “liquidità” della tempo che dovrebbe essere dentro ai barattoli, non dentro alle nostre vite.
Reimpariamo il valore dell’attesa.
E quando torniamo a casa, proviamo a fare una conserva.
I libri che ti consiglio
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Autore: Vari
Titolo: Marmellate e conserve fatte in casa
Pagine: 316
Casa editrice: Piemme
La mia Bibbia per quanto riguarda le marmellate e le conserve. E’ un libro vecchiotto, ma fidati, è davvero ottimo!
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