Lettera di una Cortigiana stanca

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Un tempo lo sono stata.

Sono stata bella, aitante, giovane. 

La mia delicata esistenza fu per secoli accompagnata da centinaia di uomini savi e giusti, che seppero sfruttare le mie qualità al meglio, aiutandomi a crescere e facendomi scalare le vette della fama e della gloria.

C’è stato un tempo in cui il mio nome era sulla bocca di tutti. Un tempo in cui il solo pensare alla mia bellezza emozionava e riempiva di caldo rispetto chiunque pensasse a me.

Cortigiana Honesta, amante di luoghi e paesi lontani, tenera e dura allo stesso tempo, in centinaia osannarono la mia delicatezza, sognando di poter vivere e dormire anche per una sola notte tra le mie braccia.

Il rispetto che il mio solo nome era in grado di generare nella mente degli uomini non fu mai eguagliato, forse da nessun’altra. Con amore e pazienza i miei fedeli mi aiutarono a crescere, formando attorno a me un ambiente ideale, spostando perfino fiumi, mari e monti in mio onore. Sulle mie fondamenta seppero sapientemente costruire il futuro, guardando avanti e superando ogni possibile difficoltà, precursori attenti di epoche d’oro.

Lasciai loro la possibilità di erigermi a Regina di mari, isole e terre lontane, sempre rispettata e mai compatita.

Un tempo Cortigiana e ricca mercante, feci inginocchiare ai miei piedi orde di servi attenti, rispettosi e sinceri, che amarono ogni mio respiro, sfiorando e accarezzando con cura e passione ogni mia fragile parte.

Ma ora sono qui, sola, abbandonata in un angolo tra queste calli buie. Stuprata e violentata giorno e notte da migliaia di uomini e donne che senza alcun rispetto, approfittano della mia sfiorente bellezza.

Povera Carampana! Il mio trono, usurpato da re e principi un tempo miei conviventi: denaro, fama e smania di potere sempre vissero in me, ma mai scavalcarono i miei voleri e ruppero i miei delicati equilibri.

Da nobile Cortigiana, a misera Puttana. Questo il destino che gli uomini hanno riservato per me.

Sventurata sorte ed inutile vendetta di chi, per secoli, mi ha abitata.

Dopo tutti questi anni di fedele accordo, mai avrei pensato in cuor mio di meritare tanto disprezzo, di ricevere tanti schiaffi e di essere in tal modo sbeffeggiata da coloro che oggi si chiamano “cittadini del mondo”.

Un mondo di cui, a quanto sembra, non faccio più parte.

Il momento di ritirarmi da questo mio mestiere è ormai arrivato, lascio il posto alla mia misera ombra.

Forse ancora potrete trovarmi in qualche vuoto campiello all’imbrunire, nel magico riflesso di un palazzo in un canale nascosto, nel silenzioso altalenarsi delle mie maree, o ancora tra le tegole dei tetti inondati dal sole.

Ma non più mi vedrete tra le mie amate calli, passeggiare libera tra i campi e le corti.

Vi saluto dunque, con tutta l’amarezza di chi è stata tradita dalla propria stessa esistenza, assassinata da chi non merita più di nominare il mio nome.

Addio a tutti, la vostra stanca amante,

Ahimè non più Vostra,

Venezia

Fonte immagini: Web

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Buona lettura!


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